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''Ordini, presentata la riforma. Le novità: società e associazioni, sprint alla formazione e spazio ai giovani'' - Il Sole 24 ore Sanità
Mercoledì, 15 Novembre 2006


n.44 del 14 - 20 novembre 2006 LAVORO/PROFESSIONE pg. 38



Il ministro Mastella ha illustrato alle professioni la bozza di disegno di legge delega
Ordini, presentata la riforma
Le novità: società e associazioni, sprint alla formazione e spazio ai giovani
Un testo in 8 articoli. Che detta i criteri-quadro, introducendo novità - dalla formazione alle società
di professionisti alla regolamentazione delle associazioni al maggior spazio riservato ai giovani – di non poco rilievo.
È la bozza di disegno di legge delega al Governo per la riforma degli Ordini, che il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha illustrato giovedì scorso, a Roma, ai rappresentanti delle attività intellettuali. Questi ultimi hanno poi presentato i propri emendamenti agli uffici del sottosegretario Luigi Scotti, lunedì scorso.
L’approdo del testo in Cdm potrebbe avvenire già venerdì. Intanto, sono arrivate le prime valutazioni.
Da Giacomo Leopardi, presidente Fofi, plauso alla «prima volta che il Governo avvia un momento di consultazione con le rappresentanze degli Ordini».
Per le professioni sanitarie - evidentemente classificabili tra quelle definite di «interesse generale» dall’articolo 3 - resta innanzitutto confermato l’esame di Stato abilitante. Ma andranno garantite neutralità e terzietà delle commissioni giudicatrici: i membri appartenenti agli Ordini o da questi designati dovranno essere presenti con un quota inferiore al 50 per cento.
Dall’ultima bozza di testo è scomparso ogni riferimento alle tariffe, anche se nella versione che andrà in Cdm è probabile che ricompaia il concetto di un compenso tariffario minimo.
Ampio spazio, il testo lo riserva all’accesso dei giovani: il Ddl delega detta criteri precisi per i tirocini - di durata limitata, di efficacia certa e adeguatamente ricompensati - da integrare con attività pratiche o da intercambiare con corsi di formazione, organizzati dai rispettivi Ordini. Un’«apprezzabile parte » del patrimonio degli ordini andrà destinata a far largo alle nuove leve, anche «istituendo fondazioni finalizzate ».
E la formazione dei giovani sarà sostenuta con borse di studio e con il rimborso dei costi di assicurazione obbligatoria. Una serie di oneri, per gli Ordini, su cui, al di là della condivisione della bontà dell’obiettivo, dal presidente FnomCeO Amedeo Bianco sono arrivati a caldo i primi commenti. «Se ci viene affidato il compito di incentivare l’ingresso di nuove leve - ha spiegato - non possiamo che chiedere allo Stato di condividerne con noi gli oneri».
Ma compito essenziale degli ordini diventano anche la «formazione tecnico-professionale degli iscritti, l’aggiornamento e la promozione di modelli organizzativi adeguati allo sviluppo tecnologico». Spetterà alle intese con i ministeri competenti per materia, evidentemente, la definizione nei dettagli dei
contenuti su questi temi, ricordati con una frase “spot” nel testo di Mastella, ma caldissimi per i professionisti della Sanità.
Il Ddl dedica l’intero articolo 8 alle società. Previste con la garanzia che «le professioni regolamentate nel sistema ordinistico possono essere esercitate in forma societaria avente a oggetto esclusivo l’esercizio in comune da parte dei soci e disciplinare tale società come tipo autonomo e distinto dalle società previste dal Codice civile». Netta la distinzione rispetto alle associazioni, disciplinate all’articolo 7, la cui natura privatistica ne riconduce la disciplina al Codice.
Alle società potranno partecipare professionisti iscritti in albi con titolo abilitante ma anche, a eccezione delle «attività riservate», soggetti non professionisti purché offrano prestazioni tecniche o
con partecipazione minoritaria.
L’incarico professionale conferito alla società potrà essere eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per esercitare.
In ogni caso, specifica il testo, va assicurata all’utente «l’individuazione certa del professionista autore della prestazione».
Altra garanzia: i professionisti soci sono tenuti al rispetto del Codice deontologico
di riferimento.
Sono ammesse anche le società multiprofessionali, all’interno delle quali andranno stabiliti
gli ambiti di incompatibilità.
Non solo ordini. La riforma interessa anche le professioni sanitarie, che scalpitano e lavorano alla creazione di un fronte comune con i sindacati confederali per accelerare l’applicazione della legge
43.
Un’azione congiunta che dovrebbe portare nei prossimi giorni a un documento di programma, da sottoporre ai presidenti delle categorie coinvolte, e a un calendario di iniziative unitarie.
Tra le professioni sanitarie serpeggia un certo malcontento.
Di cui non hanno fatto mistero incontrando nei giorni scorsi il sottosegretario alla Salute, Gian Paolo Patta. Sul tavolo, oltre alla legge 43, anche la questione degli ordini e dell’Ecm.
Il dicastero guidato da Emma Bonino preme su via Arenula per avocare a sé il capitolo delle professioni sanitarie sganciandolo dal Ddl Mastella.
Troppo poco, però, per infermieri e tecnici, che giudicano debole l’azione delministero.
Celestina Dominelli
Barbara Gobbi
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