(AGI) - CdV - L'aberrante ipotesi' di sopprimere i neonati prematuri gravemente ammalati appoggiata anche dai vescovi anglicani si inserisce nella 'triste logica' dell'aborto. Ne e' convinto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che il 17 novembre e' intervenuto al convegno 'Universita' e dottrina sociale della chiesa', con una relazione incentrata sulla questione antropologica. Affrontando la questione del 'rapido sviluppo delle biotecnologie', il card. Ruini ha denunciato le 'continue e profonde divergenze', nel dibattito sulla bioetica rilevando esse hanno la loro matrice nelle diverse filosofie e antropologie. 'Un esempio recentissimo - ha spiegato - e' dato dalla proposta di sopprimere i neonati disabili formulata dal Collegio reale degli ostetrici e ginecologi britannico in un documento indirizzato a una privata ma importante commissione di bioetica: questa proposta, per quanto aberrante, ha purtroppo una sua triste logica, dato che non e' facile individuare una differenza sostanziale tra la soppressione dei neonati e quella gia' ammessa in varie legislazioni, dei bambini non ancora nati ma gia' in grado di vivere anche al di fuori dell'utero materno'. Per Ruini, il compito della Chiesa non e' solo affermare i 'divieti' quanto 'riconoscere e affermare positivamente il valore unico della persona umana, creata a immagine di Dio'. Da questo scaturisce 'l'importantissimo compito di fornire orientamenti e regole morali, in questo campo tanto delicato e nevralgico, all'agire degli scienziati e dei legislatori, ma anche delle singole persone e famiglie e finalmente della societa' nel suo complesso'. Come ha dimostrato il referendum sulla procreazione medicalmente assistita nel quale e' prevalso l'attenzione al valore della vita, 'nell'opinione pubblica c'e' un grande timore verso gli sviluppi delle tecnologie applicate all'uomo: un timore - ha concluso Ruini - con una forte componente di saggezza'. (AGI) 14:48 17 NOV 2006