È diventata, ormai, una consuetudine il fatto che nel periodo a cavallo di Ferragosto appaiano sugli organi di stampa notizie di circolari, decreti o semplici dichiarazioni dell'Assessore regionale alla Sanità nelle quali si paventa un piano di razionalizzazione che prevede il taglio di un certo numero di Guardie mediche (oggi Presidi di Continuità assistenziale) ed il conseguente passaggio del personale in esse impiegato a bordo delle ambulanze del 118.

La storia è iniziata ai tempi dell'allora Assessore Cittadini, si è ripetuta poi con l'On.Pistorio ed oggi di nuovo con il neo Assessore Roberto Lagalla.

La vicenda ha un filo conduttore unico: risparmiare in sanità; e la discussione viene aperta puntualmente a Ferragosto quando la Sanità (che non va in ferie!) avrebbe bisogno di essere rafforzata ed incoraggiata.

Ed il risparmio – che in termini tecnici viene definito razionalizzazione delle risorse - per la nostra Amministrazione Regionale inizia proprio dal servizio che costa di meno e l'unico, insieme ai Medici ed ai Pediatri di famiglia, che costituisce un filtro a basso costo ed una pronta risposta sanitaria ai bisogni di salute del Cittadino.

Da quando comincia la vicenda tutti gli Assessori parlano di chiudere le Guardie nei Comuni a bassa densità di popolazione - creando Presidi di Guardia le cui competenze abbraccino più Comuni – trasferendo, naturalmente, il personale medico sulle ambulanze.

Al neo Assessore vogliamo ricordare, così come abbiamo già fatto con i suoi predecessori, che:

1. la popolazione di quei paesini a bassa densità di popolazione in cui vuole chiudere le Guardie è costituita in buona percentuale da cittadini anziani che non potrebbero più usufruire dei servizi di ambulatorio perchè non in grado di spostarsi da un Comune all'altro;

2. un medico soltanto impegnato per soddisfare, nelle notte e nei giorni festivi, le giuste istanze delle popolazioni di più Comuni non sarebbe assolutamente più in grado di dare una risposta efficace ed il cittadino dovrebbe fare ricorso a strutture sanitarie a più alto costo;

3. che il territorio della nostra Regione, e soprattuto della nostra provincia, ha una situazione orografica assolutamente diversa dalla Pianura padana, il cui sistema di Guardie mediche si tenta di emulare;

4. che i medici che esercitano il servizio di Guardia medica hanno una convenzione per questo Settore della Medicina generale e che al settore dell'emergenza territoriale si accede con altra graduatoria e con un corso di formazione specifico e non per traferimento coatto su ordine dell'Assessore;

5. che il servizio di Continuità assistenziale ed il servizio di emergenza territoriale sono due colonne portanti del sistema delle Cure primarie che vanno integrate in un sinergismo produttivo piuttosto che ridurne uno poco costoso per far crescere sproporzionatamente un'altro economicamente molto più impegnativo.

Ma soprattutto al nuovo Assessore, così come abbiamo fatto con i suoi predecessori, vogliamo ricordare che piuttosto che di un decreto, di una circolare o di dichiarazioni unilaterali “ferragostane” si sente l'esigenza di un tavolo di concertazione che non può vedere assenti né le organizzazioni sindacali, né i sindaci di quei Comuni in cui vuole chiudere le Guardie mediche, né il Cittadino.

La nostra organizzazione sindacale ha già proclamato lo stato di agitazione regionale, giacchè non condivide le dichiarazioni fatte dall'Assessore ma soprattutto non condivide il metodo che appare poco democratico e pregiudizievole.

Stefano Leonardi
Segretario provinciale
FIMMG Messina
Continuità assistenziale