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''Aids: 3.500-4.000 nuovi casi Hiv in Italia nel 2006'' - Adnkronos Salute
Lunedì, 27 Novembre 2006





Roma, 27 nov . (Adnkronos Salute) - Sono 3.500-4.000 le nuove infezioni da Hiv stimate in Italia nel 2006. Dall83 al 30 novembre di questanno, nel nostro Paese, sono state colpite dal virus fra 140 mila e 180 mila persone. Di queste, 11-130 mila sono ancora vive, a fronte di circa 40 mila decessi in poco più di 20 anni, e la maggior parte segue un programma terapeutico di lunga durata. Il 30-35% è donna. I casi di Aids conclamato sono circa 25 mila. I nuovi dati sullandamento dei contagi e della malattia in Italia sono stati diffusi oggi al ministero della Salute, alla presenza del ministro Livia Turco, in una conferenza stampa sulle iniziative per la Giornata mondiale Aids il primo dicembre.
Vogliamo tornare a occuparci molto seriamente di questo tema, sottolinea la Turco, che ha firmato oggi i decreti per listituzione della Commissione e della Consulta Aids. Il ministro ha illustrato un programma dazione basato su quattro parole chiave. Il nostro impegno per la lotta ad Hiv e Aids - spiega - si basa sulla presa in carico, visto che lAids è ormai una malattia dei poveri; sullattenzione alla persona e non solo alla terapia, con la necessità di promuovere lintegrazione sociosanitaria e la continuità assistenziale anche per garantire una vita normale a questi pazienti che sono diventati malati cronici; sulla prevenzione senza ipocrisia, soprattutto nei confronti dei giovani, e sulla ricerca, in cui lItalia vanta un livello deccellenza con la sperimentazione del vaccino dellIstituto superiore di sanità.
Il numero dei casi di Hiv e Aids, spiega il presidente dellIss Enrico Garaci, è in calo da oltre 10 anni, grazie alla prevenzione e alle terapie. Si è passati da un picco di 5.600 casi di Aids nel 95 a 1.452 nel 2005. Negli anni sono cambiate le modalità di trasmissione. Oggi circa il 40% dei nuovi casi di infezione da Hiv - prosegue Garaci - avviene attraverso rapporti eterosessuali, il 35% attraverso rapporti omo o bisessuali, il 35% per lo scambio di siringhe infette. A preoccupare è il ritardo con cui si arriva a scoprire il virus. Letà media della diagnosi è passata dai 25 anni dell84 a più di 40 di oggi, nel dettaglio a 43 anni per lui e a 39 per lei. Non solo. Circa il 62% ha una diagnosi di Aids senza sapere di essere sieropositivo.
Questo sottolinea - afferma Garaci - la scarsa percezione del rischio di contrarre il virus. Perciò dobbiamo tenere alta la guardia. Sempre più rari i casi di Aids nei bambini in Italia, solo 3 nel 2005. In netto calo i decessi, dai 4.335 nel 94 a 327 nel 2005 e ai 160 al 30 novembre di questanno. Il 20% dei casi di Aids nella penisola si riscontra in extracomunitari, la metà africani. In preoccupante aumento la diffusione della malattia nellEuropa dellest: qui e nellAsia centrale, secondo i dati dellOrganizzazione mondiale della sanità, si è registrato un 50% di incremento delle infezioni dal 2004, a una velocità superiore allAfrica. Dobbiamo guardare anche fuori da casa nostra - è il messaggio della Turco - un Paese come lItalia ha il dovere di contribuire a realizzare sistemi di cura e ricerca nei Paesi più colpiti. Per superare il problema del debito italiano nei confronti del Global Fund anti-Aids, Tbc e malaria, è stato presentato un Ddl del centro-sinistra, già allesame del Parlamento, per garantire che le risorse stanziate siano davvero finalizzate e utilizzate per progetti di lotta alla malattia. (Mad/Adnkronos Salute)
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