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''TdM: SSN frammentato, poco accessibile e poco comprensibile'' - AGI Sanità
Mercoledì, 29 Novembre 2006




(AGI) - Roma - Un sistema sanitario in movimento, e che risulta per i cittadini, nonostante i miglioramenti registrati, frammentato, poco accessibile e poco comprensibile. A sostenerlo e' il Rapporto Audit civico 2005, presentato alla presenza del ministro della Salute Livia Turco, dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, realizzato su 25 Aziende sanitarie cui 19 locali e 6 ospedaliere. Le strutture sanitarie complessivamente messe sotto osservazione sono 134, di cui 34 ospedali, 29 sedi di distretto, 26 poliambulatori e 45 fra Sert e centri di salute mentale. Oltre all'evidente differenza tra i sistemi sanitari regionali, sono diversi gli indicatori che motivano questa sensazione di frammentarieta': si passa, per esempio, da un giudizio "ottimo" per il supporto ai degenti e alle famiglie nel caso dell'assistenza ospedaliera, allo "scadente" se si analizza lo stesso aspetto nei distretti sanitari. Cosi' come nella gestione del dolore, il giudizio e' "buono" se si guarda il livello aziendale, mentre resta "scadente" nell'assistenza ospedaliera. O, addirittura, ospedali in cui sistematicamente il dolore viene valutato e curato (40%) a ospedali in cui non esiste alcuna attivita' organizzata per il controllo del dolore stesso (25%).
E' quindi evidente come, anche all'interno di uno stesso territorio, si possano ottenere servizi di qualita' diametralmente opposta. Quando si passa invece all'analisi degli effetti pratici, la situazione sembra capovolgersi.
Infatti, solo in 1/4 delle aziende si trovano documenti rivolti al pubblico o avvisi relativi alla libera scelta del luogo di cura. Un altro elemento di analisi e' rappresentato dalla persone che quotidianamente si rivolgono al Tribunale per i diritti del malato per ottenere informazioni: 1/4 del totale.
Pessima la comunicazione tra i medici di medicina generale e quelli specialistici. Solo nel 40% delle realta' esiste un servizio di consulenza telefonica ai familiari dei malati oncologici in assistenza domiciliare. La mancanza di informazioni accessibili e corrette provoca per le famiglie l'accresciuto ricorso alla spesa privata.
Nonostante le intenzioni dichiarate dai diversi titolari delle politiche sanitarie, resta quasi immutato il problema delle lunghe liste di attesa. Inoltre, in tre ospedali e in cinque poliambulatori, nonostante il divieto, e' ancora vigente la prassi di bloccare le prenotazioni. I tempi di attesa di alcune prestazioni diagnostiche negli ospedali che differenziano l'accesso in rapporto alla gravita' e all'urgenza (gg.). In particolare i tempi per un ecodoppler cardiaco variano da 17 giorni a 164, al massimo, se la richiesta e' urgente o non urgente mentre per un ecg variano da 14 a 240, per un'ecografia addominale da 36 a 255, per una mammografia, al massimo da 36 giorni per quella urgente ai 370 giorni di attesa per quella "non urgente". Inoltre per una gastroscopia i tempi variano da 48 a 154, per la colonscopia da 21 a 160, per una tac total body da 41 a 133, per una risonanza magnetica nucleare (RMN) da 11 a 130 giorni, a seconda se e' urgente o non. Secondo la ricerca anche il confronto con i tempi di attesa in regime intramoenia marca una sensibile differenza che i cittadini stentano a comprendere. E' evidente - sostiene cittadinanzattiva - che il sistema dei rapporti tra il SSN e i cittadini e' fuori controllo e quindi genera sprechi. E' prioritario assumere questo problema allo stesso livello del classico controllo della spesa. Esistono nel sistema le energie per farlo, come dimostrano le 140 aziende e le 5 amministrazioni generali che in questi cinque anni hanno adottato il sistema dell'Audit civico. Un primo ambito di azione possibile e' la nuova realta' delle cure primarie, disegnato dal recente Patto per la salute e dai diversi Piani regionali. Molto semplicemente, si tratta di tutte le prestazioni erogate dal SSN attraverso canali diversi da quello ospedaliero (ad es. le attivita' di prevenzione, la cura e tutela dei soggetti fragili, il sostegno ai malati cronici, etc), e che valgono, secondo stime, tra il 50 e il 70% del valore del SSN. Il sistema di cure primarie deve produrre una vera personalizzazione delle cure che non si traduca semplicemente, come avviene oggi, in un susseguirsi di liste di attesa e di prenotazioni, e che permetta ai cittadini di essere protagonisti consapevoli dei propri percorsi. La seconda pista di lavoro e' rappresentata dai sistemi di valutazione delle strutture, dei Direttori generali e dei dirigenti, nei quali i cittadini devono trovare uno spazio adeguato per la trasparenza, ma anche per favorire la lotta alla corruzione che resta un problema a tutt'oggi gravemente sottovalutato. 12:16 29 NOV 2006
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