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‘’Censis: 55% italiani 'raccomandato' per cure in ospedale’’ - Adnkronos Salute
Venerdì, 1 Dicembre 2006






Roma, 1 dic . (Adnkronos Salute) - Per farsi curare, in Italia c'è bisogno della raccomandazione. Il 55% degli italiani è dovuto ricorrere a conoscenze per poter accedere a prestazioni ospedaliere. Quasi il 9% ha dovuto fare regali anche in denaro. Una necessità che è spesso reazione alle carenze del sistema, in particolare ai gravi ritardi con cui le prestazioni vengono erogate. Lo sottolinea il Censis, che dedica al Welfare clientelare un capitoletto del 40esimo rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese.
Sulla base dei dati di una precedente indagine Censis-Forum per la ricerca biomedica, nel rapporto si evidenzia che difformità di trattamenti, indebite strategie di selezione della domanda, piccole astuzie lavorano, in maniera sotterranea, all'interno del sistema del welfare, determinando ingiustizie e iniquità, consentendo ad alcuni segmenti di popolazione di accedere prima e meglio al sistema. E così, secondo i risultati di unindagine Censis del 2006, il 32% delle famiglie italiane afferma di essere stato dirottato dal pubblico al privato: questo è uno dei meccanismi perversi di scrematura della domanda. Ben il 67,5% degli italiani continua a indicare proprio l'eccessiva lunghezza delle liste dattesa come problema principale del Ssn.
Secondo il Censis, la sanità italiana continua a scontare la cattiva programmazione. Dal 2002 al 2005 i costi sono aumentati del 12,1%, più dei ricavi, con un buco complessivo di 17 miliardi di euro. I flussi di risorse si sono contratti, provocando una crisi di liquidità nelle sanità regionali: il debito di Asl e ospedali verso i fornitori supera i 22 mld di euro, a cui vanno aggiunti mutui per 816 milioni di euro, escluso il Lazio, e altre forme di indebitamento per circa 10 miliardi di euro.
Questa situazione, sottolinea il Censis, incide sulla qualità dell'offerta. Dai dati del Forum per la ricerca biomedica-Censis emerge che per quasi il 51% degli italiani i servizi sanitari negli ultimi due anni non sono cambiati, per il 26,6% sono peggiorati e solo per il 22,5% sono migliorati. Sostanzialmente intatte le differenze dei servizi fra le regioni. (Mad/Adnkronos Salute)
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