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Censis:''Il sistema welfare''. Molte le criticità sottolineate nel rapporto annuale 2006.
Martedì, 5 Dicembre 2006





Il Rapporto Annuale 2006
Il sistema welfare
Sanità: i costi della cattiva programmazione.
Negli ultimi anni la sanità ha visto un incremento della spesa e del disavanzo (il cumulo dei disavanzi per il periodo 2002-2005 è stato di circa 17 miliardi di euro) accompagnato da una mediocre stabilità dell’offerta; infatti, per quasi il 51% degli italiani negli ultimi due anni i servizi sanitari non hanno subito mutamenti, per il 26,6% hanno registrato un peggioramento.
L’informazione sulla salute: un vasto territorio in cui pochi si orientano.
Il 74,9% degli italiani si ritiene molto o abbastanza informato sui temi della salute, e la “fame” di informazione trova risposte soprattutto sui media: tra le fonti principali, la televisione passa infatti dal 22,8% del 2003 al 43,2% nel 2006, mentre il medico di medicina generale, che pure rimane centrale, passa dal 71,6% al 65,8%, ed è marcata nello stesso tempo la crescita di internet, passata al 13,1% dal 2,8% del 2003. A costituire una discriminante decisiva, in termini di scelta delle fonti, di comprensione e soprattutto di messa in pratica di quanto appreso, è però la variabile culturale: internet è infatti citata dal 23,1% dei laureati contro l’1,3% di rispondenti con i titoli più bassi, mentre la televisione è più citata al diminuire dei titoli di studio, e inoltre, a fronte del 40% che ha dichiarato di aver tradotto le informazioni ricevute in comportamento concreto, la quota di laureati sale fino al 50,4%.
Tra responsabilità individuale e imperativo della bellezza: la pressione mediatica sui corpi delle donne.
Nelle opinioni delle donne si trova conferma di quanto emerge dal dibattito pubblico, a proposito dei modelli estetici caratterizzati dalla magrezza: il 31,2% delle italiane infatti trova nelle immagini proposte dalle pubblicità televisive un termine di confronto frustrante, considerandole “modelli irraggiungibili che hanno il solo scopo di fare sentire inadeguate le donne reali”, e le più giovani in particolare sembrano subire questa pressione: solo una 18-25enne su tre, contro il 40,9% complessivo, si piace così com’è, ed il 56,1% (contro il 43,7% totale) esprime l’aspirazione a migliorare il suo aspetto. Il 45,9% delle 18-25enni, contro la media del 35,4%, si è sottoposto nell’ultimo anno ad una dieta per perdere peso, e il 37,8% lo ha fatto pur essendo normopeso o sottopeso.
Per l’assistenza non è solo un problema di risorse.
Per il 45% degli italiani occorre potenziare i servizi sul territorio relativi agli anziani, i disabili e le persone non autosufficienti; per oltre l’81% ciò deve avvenire con l’istituzione di un Fondo ad hoc per la non autosufficienza, senza però creare tasse aggiuntive. Infatti, per il 57,1% il Fondo deve essere finanziato con una quota dell’attuale spesa sanitaria, per il 23,6% con contribuzione volontaria e solo il 12,3% accetterebbe una tassa di scopo.
Aspettando il Tfr: la lenta preparazione della previdenza complementare.
Continua la crescita degli iscritti ai Fondi Pensione (circa 3 milioni nel 2005, +8,7% rispetto al 2004), tuttavia è ancora insufficiente perché nel 2004 il rapporto delle attività in gestione dei Fondi Pensione rispetto al pil era in Italia del 2,6%) inferiore a quello di molti dei più importanti paesi europei. Va, però, segnalato che negli ultimi anni il rendimento dei Fondi Pensione è migliorato, e nel 2005 è stato pari all’8,5% di contro al 2,6% della rivalutazione netta del Tfr, con effetti potenzialmente positivi in vista della riforma del Tfr.
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