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''Si studia in Italia nuova strategia anti-infarto'' - ANSA
Sabato, 16 Dicembre 2006





(ANSA) - ROMA, 16 DIC - Una nuova strategia per combattere l'infarto che fa entrare in campo le difese immunitarie e che potrebbe portare anche allo sviluppo di un vaccino preventivo.
E' il progetto al quale sta lavorando il gruppo dell'universita' di Napoli Federico II guidato da Paolo Golino, in collaborazione con la seconda universita' di Napoli, che ha presentato i primi dati nel congresso della Societa' Italiana di Cardiologia (SIC), in corso a Roma.
Il primo passo della ricerca e' stata la scoperta di una sostanza sospetta negli accumuli di grasso che, sotto forma di placche, rivestono le pareti interne delle arterie nelle persone colpite da un infarto . ''Ci siamo accorti - ha detto Golino - che si tratta di un antigene, cioe' una sostanza in grado di attivare il sistema immunitario''. Lo studio e' stato condotto a Napoli su 21 pazienti (10 colpiti da infarto e 11 sani) e l'antigene e' risultato presente soltanto in coloro che avevano avuto l'infarto. Cio' significa, ha proseguito, che nelle arterie danneggiate dalle placche c'e' una sostanza capace di scatenare la reazione del sistema immunitario contro lo stesso organismo al quale appartiene. ''Nel caso dell'antigene presente nella placca - ha spiegato Golino - il sistema immunitario si sbaglia: scambia l'antigene per un nemico esterno e aggredisce la placca dove l'antigene risiede. Ma l'antigene non e' un nemico esterno, e' una sostanza interna all'organismo. Quindi la placca e' frantumata dal 'fuoco amico', frantumandosi innesca i trombi e cosi' si verifica l'infarto''.
Il prossimo passo sara' identificare tutte le caratteristiche dell'antigene. Un risultato che i ricercatori contano di ottenere in un anno. Tracciato questo identikit molecolare, ha aggiunto, ''arrivera' la fase piu' difficile della ricerca'' e ci si trovera' davanti a due possibilita': mettere a punto una terapia in grado di modulare l'azione del sistema immunitario per ridurre gli attacchi tesi a distruggere la placca, o pensare addirittura a un vaccino in grado di annullare l'antigene. Un vaccino preventivo capace di difendere chi e' piu' a rischio, come obesi, ipertesi, grandi fumatori, chi ha alti livelli di colesterolo, chi ha familiarita' per l'infarto e chi ha gia' avuto un infarto. ''Se tutto andra' per il meglio, se la ricerca italiana non continuera' a subire tagli e penalizzazioni'', per avere un risultato saranno necessari due-tre anni.(ANSA).
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