Una diagnosi precoce per l'Alzheimer
I ricercatori sperano che in futuro si possa seguire in tempo reale l'evoluzione della malattia

È una innovativa tecnologia di imaging quella messa a punto dai ricercatori dell’Università della California a Los Angeles per l’individuazione del morbo di Alzheimer. Con essa infatti è possibile evidenziare depositi anomali di proteine nel cervello tipici del deterioramento cognitivo lieve, una condizione considerata fattore di rischio per la malattia di Alzheimer.

In tutto il mondo, le ricerche biomediche sono attualmente impegnate nell’identificazione di possibili marcatori nel torrente sanguigno e nel fluido spinale che consentano una più agevole diagnosi della malattia. Questo nuova metodica, invece, è quasi una “finestra aperta sul cervello”: utilizza la tomografia a emissione di positroni (PET) per tracciare una piccola molecola che si lega in modo specifico con le proteine che formano grumi e placche amiloidi, la cui presenza finora poteva essere accertata solo grazie all’autopsia e quindi post mortem. Secondo quanto riportato dal “New England Journal of Medicine”, rivista che pubblica un resoconto dello studio, i ricercatori dell’UCLA ritengono invece che il loro metodo possa permettere in futuro di seguire in tempo reale l’evoluzione della malattia, così come ha dimostrato di poter fare nel corso della sperimentazione. © 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.