(AGI) - Roma, 21 feb.- La comunita' scientifica italiana e i pazienti dispongono ora di un nuovo potente farmaco per trattare l'epatite B cronica e abbassare la carica virale a livelli non rilevabili. Via libera dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per entecavir, nuovo trattamento orale contro l'infezione cronica da virus dell'epatite B, ora disponibile anche in Italia. Sviluppato nei laboratori della Bristol-Myers Squibb, entecavir, e' il primo farmaco specificamente disegnato per bloccare la replicazione del virus responsabile dell'epatite B (HBV) ed e' indicato nei pazienti adulti con epatite B cronica con malattia epatica compensata ed evidenza di replicazione virale attiva, persistente aumento dei livelli di aminotrasferasi nel sangue e malattia epatica istologicamente attiva. Il farmaco antivirale, disponibile in classe H (prescrivibile cioe' soltanto da specialisti ospedalieri) ha un basso rischio di sviluppare resistenza. Sono necessarie almeno tre mutazioni differenti per generare un ceppo virale resistente ad entecavir: si tratta pertanto di un farmaco ad "alta barriera genetica". In Italia, circa 900.000 persone sono contagiate dal virus dell'epatite B e quasi un terzo degli infetti risulta aver sviluppato la malattia cronica. In tutto il mondo sono piu' di 2 miliardi le persone contagiate e 350-400 milioni in forma cronica. L'epatite B e' la decima causa di morte in tutto il mondo, con 1,2 milioni di decessi l'anno, e l'infezione cronica da epatite B e' la causa principale del carcinoma epatocellulare, una forma di cancro del fegato. Il virus dell'epatite B e' 100 volte piu' contagioso di quello dell'HIV, che causa l'Aids. La misurazione della quantita' di virus dell'epatite B nel sangue, detta 'carica virale', puo' essere un modo significativo per prevedere la progressione verso malattie epatiche importanti quali il cancro del fegato. L'infezione cronica e' considerata fattore responsabile dell'80% dei casi di cancro del fegato al mondo. "C'e' un sommerso di pazienti con epatite B che non lo sanno e non vengono curati. Su 100 persone infettate e croniche 2-3 muoiono per cancro al fegato, per i piu' fortunati il virus si spegne", ha detto il prof. Antonio Craxi', ordinario di medicina interna all'universita' di Palermo. "E' un farmaco di prima linea che va somministrato per i pazienti che non hanno mai utilizzato l'altro farmaco, la lamivudina che sviluppa invece resistenze e che non farebbe ottenere risultati eccellenti. Vanno fatte le vaccinazioni perche' con l'immigrazione e il sesso commerciale c'e' una nuova serie di epatite B acuta che si sta affacciando in Italia". "Il 50% delle persone con epatite B hanno un'infezione inattiva, con poco virus che puo' in ogni momento trasformarsi in malattia cronica, sfociare in cirrosi e arrivare fino al cancro epatico", ha sottolineato il prof. Mario Rizzetto, direttore dipartimento malattie apparato digerente dell'azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino secondo il quale la terapia migliore e' l'inibizione del virus con una terapia continuativa, in pratica sempre, abbattendo il virus nel tempo piu' veloce in modo di evitare resistenze". Anche per il prof.

Giampiero Carosi, direttore dell'istituto malattie infettive e tropicali all'universita'' di Brescia e presidente della Simit (societa' italiana di malattie infettive e tropicali), il 2007 rappresenta il 50esimo del primo riconoscimento del marcatore dell'epatite B a Napoli. "Entecavir e' un farmaco consigliabile in soggetti non ancora trattati e non ha sviluppato resistenze dopo 96 settimane" ha detto l'esperto che insieme agli altri sviluppera' un consensus internazionale per riconoscere questa molecola di prima linea contro l'epatite B e togliere la lamivudina. E' un cambiamento storico", ha concluso l'esperto secondo il quale sarebbero 20-25 mila le persone che realmente hanno bisogno di essere curate con questa nuova molecola "per spegnere il virus dell'epatite B cronica". 17:14 21 FEB 2007