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''Parte la task force ministeriale. Target continuità 24 ore su 24. In una proposta consegnata dalla Turco 11 spunti per il confronto'' - Il Sole 24 ore Sanità
Mercoledì, 21 Febbraio 2007


n. 7 del 20 Febbraio 2007 Speciale pg. 13


INSEDIATO IL TAVOLO
Parte la task force ministeriale
Target continuità 24 ore su 24
In una proposta consegnata dalla Turco 11 spunti per il confronto
Dall’assistenza extraospedaliera 24 ore su 24, sette giorni su sette, all’integrazione sociosanitaria. Dal sostegno ai non autosufficienti all’aggiornamento dei modelli professionali. Sono tanti, e ambiziosi, gli obiettivi della Commissione nazionale per le cure primarie, insediata il 12 febbraio al ministero della Salute.
I componenti sono 33, nominati con decreto del 6 febbraio: tra loro ci sono i rappresentanti di quattro sindacati (Fimmg, Snami, Sumai e Fimp; l’esclusione di Cigl, Cisl e Uil ha suscitato qualche malumore, esternato il giorno dopo al sottosegretario Serafino Zucchelli, nel corso del secondo incontro sul governo clinico), i presidenti di Fiaso, FederSanità e Card, molti rappresentanti regionali, il coordinatore della Sisac, nonché singoli medici partecipanti a sperimentazioni “evolute” in medicina generale, come il centro di cure primarie AlassioSalute.
A tutti il ministro Livia Turco ha sottolineato la necessità di lavorare per lanciare un «forte segnale di cambiamento» e ha consegnato un documento di otto pagine come base della discussione. «La richiesta di continuità dell’assistenza da parte dei cittadini nell’arco delle 24 ore, sette giorni su sette, rappresenta una priorità assoluta», ha precisato il ministro. «Il rapporto di fiducia tra cittadini e Ssn si basa essenzialmente sulla capacità di esserci e di esserci nel modo giusto, quando serve».
La griglia presentata dalla Turco ripropone il distretto come «unità territoriale di riferimento» intorno alla quale «costruire il secondo pilastro della Sanità pubblica, da affiancare all’ospedale». Come? Undici gli spunti che il documento fornisce: realizzare appunto la continuità assistenziale, anche «favorendo l’inserimento dei medici di continuità assistenziale nell’insieme delle attività di assistenza primaria»; potenziare le forme associative (si suggerisce che la nuova convenzione possa sancire il «passaggio definitivo» ai gruppi di professionisti); valorizzare il ruolo delle farmacie; promuovere le “case della salute”; istituire uno sportello unico per le prestazioni sociali e sanitarie territoriali; potenziare le cure domiciliari; istituire il Dipartimento delle cure primarie in ogni Asl; promuovere le capacità di autogestione delle patologie e il family learning; ridefinire, ampliandolo, il ruolo degli enti locali nella programmazione; favorire la partecipazione del cittadino; investire in formazione, come hanno chiesto i medici di famiglia.
«Occorre ripensare l’offerta di prestazioni da parte del medico di medicina generale», ha sintetizzato la Turco. «Dovremo abituarci a pensare a questa figura anche in chiave di équipe costituita da più professionisti che si danno il cambio nell’arco delle 24 ore e della settimana».
Il nuovo profilo dell’assistenza territoriale andrà chiarito in un Piano d’azione per la promozione delle cure primarie e dell’integrazione. La tabella di marcia è serrata, e buona parte del confronto avverrà “a distanza”: i componenti della commissione dovranno inviare le proprie osservazioni sul documento. Il 1° marzo a Roma, in un convegno nazionale sulle “case della salute”, saranno presentate le proposte di otto Regioni e si aprirà un confronto pubblico con tutti i professionisti del territorio.
A maggio, invece, si terrà a Bologna la prima Conferenza nazionale sulle cure primarie e l’integrazione socio-sanitaria.
Altri due percorsi viaggiano comunque in parallelo: da un lato gli accordi regionali e il sollecito della Sisac alle Regioni inadempienti (si vedano queste pagine e le seguenti), dall’altro il confronto sul governo clinico e sull’ammodernamento del Ssn.
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