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''Cecità: a rischio per 'maculopatia' 260 mila Italiani, oggi nuova cura'' - Adnkronos Salute
Giovedì, 22 Febbraio 2007






Milano, 22 feb . (Adnkronos Salute) - Di colpo l'immagine degli oggetti più familiari si deforma e i visi più cari diventano quasi irriconoscibili. E all'improvviso, spesso dalla sera alla mattina, diventa un'impresa anche leggere o guardare la tv, e persino attraversare la strada o prendere un autobus. A convivere con questi problemi sono i 765 mila italiani malati di degenerazione maculare senile: un'invecchiamento patologico della porzione centrale della retina (macula), che rappresenta la prima causa di cecità tra gli over 60. Nella penisola i pazienti aumentano al ritmo di 91 mila l'anno, e 220-260 mila di questi, con 24-26 mila nuovi casi ogni anno, soffrono del tipo più grave di maculopatia: la cosiddetta forma 'umida', la più rapida e devastante. Sotto accusa la formazione di nuovi vasi sanguigni, che 'bucano' la retina diventata permeabile e invadono la macula. Una macchia opaca impedisce di fissare volti o cose, e la visione rimane nitida soltanto ai lati. Al centro c'è il buio, restano solamente i contorni. La speranza di frenare l'evoluzione della patologia, che in tre malati su 10 scatena inoltre una depressione grave, arriva ora da una nuova generazione di farmaci da somministrare con micro-iniezioni intraoculari. Uno di questi, a base di pegaptanib sodico (Macugen*, Pfizer), è disponibile da metà gennaio anche nel nostro Paese, rimborsato dal Ssn e presto in fascia H (uso ospedaliero). "Si tratta di una terapia rivoluzionaria - ha spiegato oggi a Milano Francesco Bandello, direttore della Clinica oculistica e docente dell'università di Udine - Blocca in modo selettivo il fattore di crescita VEGF-165, maggiormente responsabile della malattia, e così facendo impedisce la formazione dei nuovi vasi sanguigni che perforano la retina e 'oscurano' la macula". Ma "in un sistema com'è attualmente quello dei Drg, che non premia la meritocrazia, ma dà a ogni ospedale gli stessi fondi dell'anno prima meno una percentuale variabile da Finanziaria a Finanziaria - ha precisato l'esperto - il pericolo è di ritrovarsi a un certo punto senza più budget per garantire il farmaco". Il prodotto si somministra una volta ogni 6 settimane e costa 680 euro a fiala. Nella pratica clinica si inietta 6 volte in un anno, per una spesa totale superiore ai 4 mila euro. Tra gli italiani ultra 60enni con problemi alla vista, uno su 4 è ipovedente per colpa della degenerazione maculare senile e uno su 6 diventa cieco a causa della malattia. Oggi la patologia colpisce 25-30 milioni di persone nel mondo, di cui 4-5 milioni ciechi, ma entro il 2030 si stima che la maculopatia renderà ciechi 500 mila pazienti l'anno in tutto il pianeta. Eppure, tre over 40 italiani su 4 non hanno mai sentito parlare di questa patologia, e la metà di chi l'ha sentita nominare ignora che la malattia riguarda gli occhi. Non solo. La conoscenza della maculopatia è scarsa soprattutto nelle fasce d'età più colpite: ne sa qualcosa appena il 17% dei connazionali over 66. "Da un'indagine promossa dall'Iapb (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) e da Pfizer Italia, su un campione di quasi 16 mila soci dell'Unione italiana ciechi (Uic) - ha aggiunto Filippo Cruciani, professore aggregato al Dipartimento di Scienze oftalmologiche dell'università La Sapienza di Roma - risulta che l'8,9% del campione ha perso la vista e il 14,2% è diventato ipovedente proprio a causa della degenerazione maculare senile". Dei 1.825 malati di maculopatia che hanno partecipato alla ricerca, "il 98,5% sono over 60 e il 52,7% donne; il 42% ha una licenza elementare, il 29% una licenza media, il 24% un diploma e il 5% una laurea, e tra i pazienti medio-gravi l'impatto della patologia è paragonabile a quello di Hiv, angina, dialisi, cancro prostatico avanzato e infarto". Senza contare gli "altissimi costi sanitari per visite, cure e riabilitazione", e i costi sociali che, "tra indennità speciale agli ipovedenti e indennità di accompagnamento ai ciechi, si calcolano in 80 milioni di euro l'anno per tutti gli italiani con gravi deficit visivi da maculopatia". Gli specialisti mettono in guardia contro i primi campanelli d'allarme della degenerazione maculare senile, ossia visione deformata e/o ridotta. La parola d'ordine è infatti "diagnosi precoce", per cercare di limitare al massimo il peso della patologia. "Sul mio comodino c'erano sempre 4 libri o più - è la testimonianza di Maria Rotigni della Iapb, da 11 anni malata a entrambi gli occhi - Leggevo tantissimo, amavo ricamare e lavorare a maglia. Poi un giorno, guardando la tv, ho cominciato a vedere male le scritte e ho scoperto di cosa soffrivo. Improvvisamente anche attaccare un bottone non mi è stato più possibile. Non riesco più a compilare un assegno, né un qualunque modulo. Ovviamente sono stata costretta a smettere di guidare, ma a volte non riesco nemmeno a vedere i semafori a piedi e faccio fatica addirittura a leggere il numero dell'autobus". Maria però vive ancora sola, riesce a cucinare e a prendersi cura di sè. E anche i visi "li riconosco - ha detto - li vedo poco nitidi, ma li distinguo". Insomma, "Maria ha reagito bene - ha concluso Bandello - ma per la maggior parte dei pazienti con degenerazione maculare senile non è così. La malattia li sorprende spesso da un giorno all'altro, e quasi uno su tre cade in depressione e sviluppa disturbi psichiatrici anche molto seri". (Opa/Adnkronos Salute)
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