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''Il piano Turco: assistenza domiciliare H24 e un coordinatore ogni venti generalisti. Team d’obbligo per tutti.Lo dice il documento del ministero'' - Corriere medico
Martedì, 3 Aprile 2007
29 Marzo 2007




Il piano Turco: assistenza domiciliare H24 e un coordinatore ogni venti generalisti
Team d’obbligo per tutti
Lo dice il documento del ministero
Obbligo di assistenza 24 ore su 24 a domicilio e obbligo di aggregazione dei medici di famiglia nelle Unità di medicina generale (Umg), strutture organizzative elementari cui sarà d’ora in poi affidata l’erogazione delle cure primarie. Sono i contenuti rivoluzionari del documento di Ammodernamento del Ssn elaborato e reso noto dal ministero della Salute e ora al vaglio delle regioni, che a loro volta lo dovranno girare ai sindacati medici e alle altre professioni. Oltre che i criteri per il governo clinico in ospedale e per la sicurezza dei pazienti, la bozza annunciata dal ministro Livia Turco contiene la rivisitazione della medicina del territorio e dell’educazione medica continua (Ecm). Ufficialmente il documento è riservato ma Corriere Medico può anticiparne i contenuti. In particolare, l’articolo 18 (“Unità di assistenza primaria”) istituisce: • le Unità di medicina generale (Umg), dove afferiscono obbligatoriamente tutti i medici di medicina generale, gli specialisti ambulatoriali, i medici di continuità assistenziale; • le Unità di pediatria dove confluirebbero pure pediatri di libera scelta, inclusi quelli privi di incarico, per guarnire il servizio. Le Umg – che ricordano da vicino la proposta del sindacato Fimmg di Rifondazione della medicina generale – si articolano a livello distrettuale e di àmbito territoriale. I generalisti componenti (una ventina) dovranno garantire a turno l’apertura degli studi 12 ore al giorno a rotazione. Ma soprattutto dovranno garantire la continuità assistenziale H24 a domicilio (sabati e domeniche inclusi) sempre a rotazione. Si suppone in questa fase del dibattito che, a seconda delle situazioni, anche il medico di assistenza primaria possa essere coinvolto nei turni di notte. Per le guardie notturne i pediatri di libera scelta potranno appoggiarsi alle Umg; poiché sono pochi, è previsto che nei loro studi lavorino anche gli specializzandi al 4° e 5° anno per fare attività “tutorata”. Gli specialisti ambulatoriali saranno organizzati in modo da assicurare un’adeguata prevenzione nella stessa sede delle Umg e concorreranno a erogare le prestazioni specialistiche richieste dai colleghi generalisti. Per ogni Umg (e per ogni unità di pediatria) ci sarà un coordinatore eletto per due anni dai medici componenti e rieleggibile per un altro biennio, che dovrà organizzare l’intera turnazione mettendo d’accordo i colleghi, e avrà anche funzione di tutoraggio del cittadino nei confronti del sistema; inoltre curerà i rapporti con l’ospedale e con le strutture di diagnosi, cura, riabilitazione. Il coordinatore – che, data l’ampiezza e la gravosità dei compiti a lui affidati, presumibilmente lascerà lo studio con garanzia di riprendersi le sue scelte alla scadenza del mandato – sarà una nuova figura di dirigente Ssn, espressa dalla categoria dei medici di famiglia; sarà reperibile nella sede pubblica durante l’orario di ufficio “ambulatoriale” dell’Umg. In altre parole, ogni sede di Umg sarà ubicata nelle Case della salute o in altra sede distrettuale dove si attua l’assistenza territoriale. Non sarà però obbligatorio per tutti i medici dell’Umg ruotare nella casa della salute (è stato ribadito nella recente conferenza sulle case). Nel forum sul numero scorso di Corriere Medico, la Fimmg aveva espresso, oltre che il rifiuto di un ipotetico passaggio a dipendenza (di cui però la bozza ministeriale non parla), riserve sull’utilità di conferire tutti i generalisti in strutture – le Case della salute – pensate principalmente per assistere i cittadini fragili e non per tutti gli utenti Ssn. Gli aspetti citati sono una piccola parte della bozza e saranno arricchiti dal contributo delle regioni; queste, oltre a curare gli aspetti retributivi, dovranno disciplinare nell’accordo nazionale la partecipazione dei medici di famiglia a due nuovi organismi di governo clinico dell’Asl: il consiglio delle professioni sanitarie e il collegio di direzione strategica. Ci sarà in ogni Asl un dipartimento di cure primarie articolato nei vari distretti Asl. Infine la formazione specifica post-laurea: resta affidata a regioni e province autonome e cesserà l’attuale doppio canale d’accesso (stop quindi alla possibilità di provenire dalle specialità extraarea), ma è sin d’ora coordinata dal ministero della Salute in modo da assicurare una disciplina omogenea con criteri uniformi per tutto il territorio nazionale. Sull’educazione medica continua (Ecm) molto è affidato al dibattito previsto a giugno, tra governo e regioni, in merito alla ripartizione delle competenze rispettive. Il documento però affida un ruolo chiave all’Agenzia dei servizi sanitari regionali che potrà redigere piani di formazione per il personale Ssn.
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