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''Doping: Turco, Medici di famiglia possono diventare 'Sentinelle''' - Adnkronos Salute
Martedì, 3 Aprile 2007






Roma, 3 apr . (Adnkronos Salute) - Un ruolo più forte dei medici di famiglia nella lotta al doping. Ad auspicarlo è il ministro della Salute Livia Turco, che, durante il IV convegno nazionale sul tema in corso a Roma all'Istituto superiore di sanità, ricorda che l'Italia della lotta all'uso di sostanze proibite nello sport ha fatto tanto, "ma la sanità può e deve fare di più". Tra gli obiettivi indicati dal ministro Turco c'è "anche la formazione e sensibilizzazione dei medici di famiglia che possono diventare le vere 'sentinelle' del fenomeno sul territorio, inserendo la prevenzione e il monitoraggio del doping tra le loro abituali attività assistenziali". Anche alle Regioni, oltre ai medici di famiglia, spetta poi un ruolo più attivo nella lotta al doping. "Occorre ampliare - sottolinea infatti il ministro Turco - il coinvolgimento delle Regioni nell'attività di controllo e prevenzione, sviluppando la collaborazione già in atto in alcune realtà". Regioni in prima linea, dunque, "con l'obiettivo di fare della lotta al doping una costante e radicata attività di prevenzione sanitaria, sviluppando anche appositi programmi di formazione per gli operatori". Ecco dunque che diventa "necessario prepararsi a un coinvolgimento sempre maggiore, non solo della rete della medicina sportiva, bensì di tutto il sistema salute nel suo complesso e in special modo del Servizio sanitario nazionale", puntualizza il ministro. Intanto, all'insegna di questo impegno, quattro laboratori regionali antidoping vedranno la luce entro luglio. "Nasceranno in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana - assicura Giovanni Zotta, presidente della Commissione di vigilanza sul doping - ed entro settembre-ottobre dovrebbero esserne pronti altri 4 o 5, compreso uno in Campania, con il Sud che mostra segni di attenzione verso il problema". L'obiettivo, a differenza di quanto pensano in molti, non è quello di un centro in ogni Regione. "Vorremmo attivarne 11-12 - conferma infatti Zotta - puntando sulla collaborazione tra Regioni limitrofe che ci consentirebbe, in questo modo, la copertura dell'intero territorio nazionale". (Red-Ile/Adnkronos Salute)
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