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L'intervento di Giacomo Milillo, Segretario Nazionale generale della FIMMG al Convegno organizzato dal Ministero della salute ''La qualità e la sicurezza delle cure. Per una sanità dalla parte del cittadino''.
Venerdì, 18 Maggio 2007





La qualità e la sicurezza delle cure
Per una sanità dalla parte del cittadino

Roma, 18 maggio 2007
Ringraziamo prima di tutto per essere stati invitati a portare il nostro contributo in questa occasione di confronto e di lavoro.
Noi medici di medicina generale (medici di famiglia e medici di continuità assistenziale) siamo consapevoli di essere una grande risorsa per il SSN e per la tutela della salute dei cittadini.
Rispondiamo con attenzione e professionalità a gran parte delle loro esigenze e siamo la figura professionale del SSN che garantisce più accessibilità, disponibilità e continuità.
Siamo presenti in modo diffuso ed uniforme su tutto il territorio nazionale con i nostri 50.000 studi, tutti sostenuti in economia con pochissime risorse rispetto a quelle che dovrebbe sopportare il SSN per garantire la stessa capillarità.
2 milioni di contatti al giorno, oltre 50 milioni di contatti all’anno, di cui 10 della continuità assistenziale, costituiscono il gigantesco e silenzioso lavoro quotidiano dei medici di medicina generale italiani.
Mentre siamo ripagati, e lo diciamo con orgoglio, dalla gratitudine dei cittadini che in tutti i sondaggi ci collocano al primo posto per fiducia e professionalità, non siamo ripagati con la stessa moneta dall’apparato burocratico del servizio.
Accuse di iperprescrizione, moltiplicazione di atti amministrativi, limitazione delle potestà prescrittive e, negli ultimi anni, un uso disinvolto dei comunicati stampa da parte di alcuni apparati dello Stato per mettere alla gogna sulla pubblica piazza mediatica centinaia di colleghi che, a distanza di pochi mesi e nel silenzio, saranno poi assolti dalle pesanti accuse ipotizzate a loro carico, ci hanno portato all’esasperazione.
Siamo oggi consapevoli che, nonostante il grande impegno profuso a partire dagli anni ‘80 nel cercare soluzioni innovative per meglio rispondere ai bisogni di salute della popolazione, non siamo riusciti a determinare il progresso desiderato ed abbiamo invece assistito alla continua emarginazione della nostra figura professionale all’interno del Servizio, fino a raggiungere livelli per noi insopportabili.
Tutto ciò è stato determinato dalla nostra esclusione dalla programmazione e gestione sanitaria, affidata di fatto ai dipendenti, dall’isolamento cui ci ha costretto la concorrenza fra colleghi, dal sistema retributivo che fa apparire come remunerazione anche la quota destinata alle spese per garantire il servizio.
Abbiamo raccolto nei medici di medicina generale italiani un pressante desiderio di cambiamento radicale che, conservando ciò che ha fatto grande la medicina generale, garantisca solide fondamenta al suo sviluppo. Solide fondamenta: in questa accezione abbiamo scelto il temine di Rifondazione della medicina generale.
La proposta quindi di una legge di ammodernamento del SSN ci vede assolutamente favorevoli perché rappresenta per noi l’occasione irripetibile ed irrinunciabile per mettere in atto il cambiamento che chiediamo.
Per questo motivo nell’ottobre scorso abbiamo formulato un progetto e iniziato un sistematico lavoro di presentazione, approfondimento e condivisione tuttora in corso. L’8 e il 9 giugno prossimi, nel corso del nostro Convegno nazionale quadri, si concluderà la fase interna al nostro sindacato con l’approvazione della proposta definitiva. Tale proposta sarà successivamente oggetto di confronto con tutte le altre organizzazioni della medicina generale.
Sarà orientata a promuovere una maggiore collaborazione e organizzazione fra medici per garantire la continuità delle cure, una migliore e sistematica gestione delle cronicità (EMERGENZA CRONICITÀ è il titolo del nostro Congresso Nazionale che si terrà ad ottobre) e il perseguimento di obiettivi misurabili di assistenza.
Tutto questo assolutamente senza compromettere:
- il rapporto di fiducia continuato nel tempo che lega l’assistito al suo medico
- la distribuzione capillare dei nostri studi sul territorio
- la nostra figura di liberi professionisti convenzionati
Una precisazione è necessaria sulla Casa della salute.
Essa può rappresentare sicuramente in alcune realtà un modello ottimale da realizzare a cui molti medici non faranno mancare il loro sostegno. Apprezziamo in modo particolare l’integrazione con i servizi sociali, risorsa con cui sentiamo l’esigenza di una maggiore collaborazione, consapevoli che il disagio sociale può essere causa di malattia e di morte.
Non possiamo però pensare che la Casa della salute diventi una sede obbligata per le attività dei medici di medicina generale.
Esprimiamo soddisfazione per la grande attenzione e l’ascolto che il Ministro sta prestando alle nostre proposte. Attenzione e grande interesse abbiamo rilevato anche nella maggior parte delle Regioni, purtroppo non in tutte.
Alle Regioni attribuiamo un ruolo fondamentale nella realizzazione della nostra proposta di Rifondazione della medicina generale.
Purtroppo registriamo un modo di procedere in ordine sparso e scoordinato, spesso orientato più ai tagli di spesa che alla promozione della qualità dell’assistenza, con provvedimenti soprattutto in tema di spesa farmaceutica che non abbiamo esitato a criticare.
Chiediamo a tutte le Regioni un migliore coordinamento anche nella valutazione e nel sostegno alla medicina generale che vogliamo si mantenga un livello essenziale di assistenza uniforme su tutto il territorio nazionale.
Chiediamo alla Conferenza delle Regioni un impegno per la rapida chiusura degli Accordi Regionali non ancora definiti e soprattutto l’apertura delle trattative per il rinnovo della Accordo Collettivo Nazionale.
Un rinnovo che per noi ha un significato particolare perché rappresenta l’avvio di un cambiamento che, richiedendo gradualità e programmazione nel tempo, deve partire quanto prima.
L’apertura delle trattative è per noi un indicatore fondamentale di attenzione. Ci aspettiamo il loro avvio entro il mese di giugno. In caso contrario dichiariamo fin da oggi la nostra intenzione di mobilitarci in azioni di lotta continuate nel tempo.
Non vorremmo essere costretti a percorrere questa strada: in assenza però di atti concreti e puntuali non potremo farne a meno.
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