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Società Italiana di Pediatria: 'Proposta Turco utile solo se elimina la burocrazia. Casa della salute sia elemento di novita''' - AGI Sanità
Giovedì, 31 Maggio 2007





(AGI) - Roma - Un si' condizionato da parte dei pediatri italiani alla "Casa della salute" proposta dal ministro della Salute Livia Turco. "E' una proposta accattivante a condizione che rappresenti davvero un elemento di novita' e di snellimento burocratico per far recuperare efficacia all'assistenza sanitaria e non si traduca in un altro ospedale o in un nuovo centro di costo che, come altri, operi senza indicatori di qualita' ed efficacia". Lo ha detto il presidente della Societa' Italiana di Pediatria, prof. Pasquale Di Pietro intervenendo al Congresso nazionale della Societa' italiana di medicina dell'urgenza emergenza pediatrica, che si sta svolgendo a Copanello (CZ). "A questo proposito - ha detto Di Pietro - ritengo che le societa' scientifiche debbano essere coinvolte nel dibattito che e' in corso sulla 'Casa della Salute' e considero un errore che il Ministero si sia confrontato su questi temi, al momento, solo con le organizzazioni sindacali". Per il presidente della Sip, inoltre, "la continuita' assistenziale, della quale tanto si parla, presuppone che la pediatria territoriale ed ospedaliera siano messe in grado di operare al meglio, attraverso un oculato e coerente intervento dalle Istituzioni (Stato-Regioni) che spesso, invece, in materia sanitaria hanno strategie e politiche non omogenee. In particolare - sottolinea Di Pietro - e' necessario garantire la presenza del 'pediatra di famiglia' in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, comprese le cosiddette aree disagiate, garantire che negli ospedali le unita' operative di pediatria possano svolgere il loro lavoro in condizioni di sicurezza per il paziente (adeguate strutture logistiche e risorse umane), individuare soluzioni organizzative affinche' i codici bianchi e i verdi a basso rischio, che rappresentano la grandissima maggioranza degli accessi in Pronto soccorso, possano essere gestiti dalle strutture territoriali". Ma la denuncia di Di Pietro non si ferma qui: "negli ospedali - prosegue il Presidente della Sip - le carenze di organico si aggravano di giorno in giorno e costringono i pediatri, soprattutto negli ospedali periferici, a svolgere contemporaneamente piu' funzioni (pediatra di pronto soccorso, pediatra di reparto, neonatologo per la sala parto, neonatologo in reparti di patologia neonatale, attivita' ambulatoriale). Questa situazione, se non corretta, e' destinata a dequalificare la figura specialistica della pediatria, accrescendo i rischi per il paziente nell'ipotesi di urgenze contemporanee". (AGI 12.41 31/05/2007)
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