Roma, 6 giu . (Adnkronos Salute) - Strutture fatiscenti, rifiuti abbandonati, vetri rotti, soffitti con ragnatele e assistenza non garantita 24 ore su 24. E ancora: una totale assenza di collaborazione tra medici di famiglia e strutture pubbliche. E' la situazione dei Sert (Servizi pubblici per le tossicodipendenze) denunciata da Cittadinanzattiva, che ha presentato oggi a Roma il rapporto 'Insert' sulla situazione delle strutture dedicate ai tossicodipendenti italiani. L'indagine è stata svolta in collaborazione con l'Agenzia comunale per le tossicodipendenze di Roma, Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids), Legacoop Servizi Toscana e FederSerd, e con la partnership di Schering-Plough.

"Nei Sert italiani - ha spiegato Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva - abbiamo tre problemi: problemi strutturali dei locali, scarsa accessibilità ai servizi e assenza di una rete che coordini queste strutture con i medici di famiglia". Cittadinanzattiva lamenta l'assenza di un numero telefonico dedicato ai Sert e la mancanza di opuscoli informativi che aiutino gli utenti a conoscere i propri diritti. "Un tossicodipendente in una situazione di emergenza spesso non sa dove andare - ha sottolineato Petrangolini - e ricorre al Pronto Soccorso, dove però non trova operatori che sappiano rispondere adeguatamente alle sue necessità". Una situazione che Claudio Leonardi, presidente della FederSerd Lazio, definisce "a macchia di leopardo. Ci sono alcuni Sert ottimi, altri meno. Ma per equiparare i servizi abbiamo bisogno specialmente di percorsi terapeutici sicuri ed omogenei". Obiettivo dell'esperto è arrivare a una rete che integri operatori dei Sert e medici di famiglia, in un percorso terapeutico programmato. "C'è bisogno di un iter ben preciso - ha evidenziato Leonardi - e mettere il paziente in condizione di essere seguito da più figure professionali". Un progetto ambizioso e costoso, "ma come sempre capita in questi casi - ha assicurato il presidente - è meglio spendere un po' all'inizio per risparmiare molto alla fine". Un indirizzo condiviso anche dai medici di famiglia, rappresentati alla presentazione del rapporto da Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg. "Siamo molto sensibili a questo tema - ha assicurato - ed è nostro obiettivo entrare in rete con i servizi sociali". Da perfezionare c'è anche il rapporto medico-ragazzo: "Dobbiamo imparare a costruire un rapporto individuale, sereno e di fiducia con i giovani - ha proseguito Milillo - e fare capire che siamo prima di tutto medici dei ragazzi, poi medici dei loro genitori".

Tra mille difficoltà anche un esempio positivo, quello del Sert di Pescara che dal 2001 porta avanti un progetto pilota di successo, riproposto nel 2006: oggi circa 160 pazienti sono curati da 55 medici di famiglia, con ottimi risultati per quanto riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro e della vita sociale. La speranza di Cittadinanzattiva è che esempi di questo tipo possano essere 'esportati' nel resto del Paese. Propositi condivisi anche dalle massime istituzioni, come promesso da Dorina Bianchi, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera. "Il Parlamento - ha annunciato - inizierà a lavorare su una rete che integri i diversi livelli di assistenza. Sarebbe utile anche formare degli operatori che frequentino le zone di aggregazione dei giovani. Auspico - ha concluso - che queste figure possano prevenire nei ragazzi i danni causati da abuso di sostanze stupefacenti e alcol".