(ANSA) - ROMA, 9 GIU - I medici di famiglia rifondano la propria attivita' sul territorio con nuovi modelli organizzativi chiamati unita' di medicina generale, in attesa che realizzino le case della salute annunciate dal ministro Livia Turco.

La Fimmg che raccoglie poco piu' di 60 mila medici, con una una mozione votata oggi all'unanimita' dal Consiglio Nazionale traccia cosi' la nuova strategia.

''Le Umg sono - spiega il segretario nazionale Giacomo Milillo - strumenti contrattuali e organizzativi per garantire ai citadini una continuita' assistenziale coerente ''.

Insomma, una sorta di studi associati in rete di medici di famiglia, ma non in senso necessariamente fisico.

Tra le priorita' indicate dalla Fimmg ''il diritto all'esercizio di una quota di attivita' libero professionale'' e l'assicurazione che l'accesso all'area della medicina generale debba immediatamente garantire la piena occupazione.

Ogni unita' di medicina generale, attraverso l'effettiva dotazione degli strumenti economici e gestionali, dovra' essere posta in condizione di assicurare nel distretto continuita' h 24; avere un sistema informativo con collegamento in rete; disporre di personale sanitario e amministrativo con costi riconosciuti dal Servizio sanitario nazionale o dal servizio sanitario regionale; avere un medico coordinatore, con una sede di riferimento.

La parola ora passa al ministero della Salute: ''Il percorso di attuazione sara' lungo - dice Milillo - serve un passaggio legislativo, il ministro, se recepisce la nostra mozione, dovrebbe presentare a fine giugno una proposta''.

''Si tratta di portare l'esigenze dei cittadini all'interno del Ssn - aggiunge il segretario della Fimmg . ''Noi medici di famiglia siamo garanti delle esigenze spicciole. Il nostro obiettivo e' di far spostare i servizi sociali e integrativi, nello studio del medico di famiglia''.

''Le case delle salute sono un luogo fisico sparse sul territorio in alcuni precisi luoghi mentre le Umg diventano un modo virtuale di organizzazione, e la possibilita' di lasciare aperti gli studi dove sono attualmente''.