n. 23 del 12 Giugno 2007 LAVORO&PROFESSIONE pg. 28


L’ALLARME DELLA FIMMG
«Nel 2017 mancheranno Mmg»

Il conto è elementare, ma rende l’idea: nel 2017 tra i 10 e gli 11 milioni di italiani potrebbero restare senza medico di famiglia. Preoccupazione o provocazione? L’allarme è targato Fimmg, il maggior sindacato dei camici bianchi generalisti, ed è messo nero su bianco nel documento sulla rifondazione della medicina generale (si veda Il Sole-24 Ore Sanità n. 8/2007), voluto dal segretario, Giacomo Milillo, e presentato al convegno nazionale quadri l’8 e il 9 giugno per la “consacrazione” definitiva.

«Tenendo presenti i futuri risvolti occupazionali legati alla diminuzione di medici di famiglia - si legge nel testo - emerge la necessità di individuare nuove modalità di organizzazione e l’istituzione dell’area della medicina generale che comprenda tutti i professionisti che attualmente svolgono compiti e attività a essa riferibili». Un’area definita per legge, con diritti e doveri chiari, la possibilità di carriera e un nucleo organizzativo di base: l’unità di medicina generale (Umg), composta da 15-25 Mmg (sempre liberi professionisti in convenzione) e in grado di assistere da 15 a 25mila cittadini, per 10-12 ore di ambulatorio e 24 domiciliari.

«Se in oltre vent’anni di attività sindacale non siamo riusciti a invertire la tendenza all’emarginazione della nostra categoria – sottolinea Milillo – significa che finora non abbiamo saputo incidere sui problemi fondamentali.

Questo anche perché la politica sanitaria ha messo al centro del sevizio la struttura ospedaliera consentendole di espandersi e perfezionarsi ». «La portata innovativa del documento sulla rifondazione - aggiunge Fiorenzo Corti, segretario Fimmg Lombardia e componente della segreteria nazionale - sta nel fatto che è stato sottoposto all’esame e alla discussione di tutti gli iscritti Fimmg. I segretari generali e di settore delle sezioni provinciali sono stati chiamati dal Consiglio nazionale a organizzare assemblee per presentarlo, fornire informazioni e raccogliere

giudizi e proposte». Un lavoro durato oltre due mesi con un obiettivo preciso: condividere al massimo la proposta di rifondazione per “girarla” compatti al Governo, alle Regioni, alle altre organizzazioni di categoria e ai pazienti.

M.Per.