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''Ipertensione: esperti europei, test urine svela rischio infarto e ictus'' - Adnkronos Salute
Venerdì, 15 Giugno 2007






Milano, 15 giu . (Adnkronos Salute) - "Controllare il rene per salvare il cuore". Con questo slogan gli esperti della Società europea dell'ipertensione (Esh), da oggi a martedì a Milano per il XVII Congresso dell'associazione, consigliano ai cittadini un test "semplice ed economico" per misurare il rischio di infarto e ictus: dosare periodicamente nelle urine i livelli di microalbumina, una proteina 'spia' che può rivelarsi salvavita nei pazienti a rischio.
"L'esame si chiama misurazione della microalbuminuria - ricorda Giuseppe Mancia, presidente del convegno e direttore di Clinica medica al Dipartimento di Medicina clinica dell'università degli Studi di Milano-Bicocca, ospedale San Gerardo di Monza - E' facile e poco costoso come tutte le analisi che si eseguono sulle urine", e permette di 'scovare' in questa scoria organica "anche le più piccole tracce di proteine nell'arco delle 24 ore. E una presenza di microalbumina nelle urine ci dice che i vasi renali sono diventati permeabili, quindi che sono danneggiati, e che è probabile lo siano anche i vasi di altri distretti del corpo". Ecco perché le nuove linee guida europee contro l'ipertensione, presentate ufficialmente nel capoluogo lombardo, "suggeriscono di rendere questo esame routinario. Perché la microalbuminuria è un 'marker' del futuro sviluppo di infarto miocardico o di ictus".
Concorda Louis Ruilope dell'università XII ottobre di Madrid e presidente del convegno Esh 2006 svoltosi a Barcellona: "Rene e muscolo cardiaco vivono seguendo binari paralleli", avverte, a indicare che la salute renale è una sorta di 'specchio' di quella del cuore. E "patologie renali e cardiovascolari - aggiunge - abbreviano la strada che separa la nascita dalla morte". Occhi puntati dunque anche sul cuore, è l'appello del presidente eletto dell'Esh Stephane Laurent, del Servizio di farmacologia dell'ospedale europeo George Pompidou di Parigi. "Indicatori cardiovascolari quali ipertrofia ventricolare, spessore e rigidità delle carotidi, e stato di salute venoso degli arti inferiori sono da valutare prima, durante e dopo il trattamento antipertensivo - conclude - con regolari ecocardiografie e test a ultrasuoni, previsti nelle neolinee guida, ed eventuali doppler alle caviglie".
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