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''Sanita': troppi esami, per paura denunce si spende 10% budget medici'' - Adnkronos Salute
Giovedì, 18 Ottobre 2007






Roma, 18 ott. (Adnkronos Salute) - Troppi esami medici e accertamenti diagnostici: per paura di denunce si spende il 10% dell'intero budget a disposizione dei camici bianchi che, sempre più spesso, prescrivono in eccesso, per evitare contenziosi più che per una reale esigenza del paziente. Comportamenti 'difensivi' a cui i medici sono costretti perché messi 'all'angolo' da una sanità dominata da ingerenze politiche, sprechi, inefficenze e sfiducia.
E' la denuncia di Mario Falconi, presidente dell'Ordine dei medici dei Roma, che oggi nella capitale ha organizzato una manifestazione sul disagio della categoria, a cui hanno partecipato oltre mille persone. Gli effetti della cosiddetta 'medicina difensiva' ricadono su tutti i cittadini e sul bilancio del Servizio sanitario nazionale. A confermare i dati sulla crescita esponenziale degli esami diagnostici prescritti ai cittadini è l'analisi realizzata dall'Ordine dei medici romani sugli accessi al Pronto soccorso delle strutture della capitale.
Dai dati dell'ospedale S.Camillo Forlanini, per esempio, dal 2000 al 2006, a fronte di una diminuzione di accessi - dai 90.225 del 2000 ai 74.248 del 2006 - si sono registrati, invece, aumenti abnormi degli esami, con costi che sono lievitati di circa il 300% per esami come azotemie (338%), glicemia (248%), emocromo (312%) o Tac (325%). Troppi esami inutili? ''In realtà - spiega Falconi - sono utili per il medico. Le denunce sono in aumento e il medico tutela se stesso perché non si vuole trovare davanti a un magistrato che contesta un mancato emocromo, elettrocardiogramma o Tac''.
E la 'medicina difensiva' fa male anche ai pazienti, non solo perché si sprecano risorse che potrebbero essere utilizzate meglio, ma anche perché gli esami inutili 'gonfiano' le liste d'attesa. Con i disagi noti. Il presidente dei medici romani ha chiesto alla politica maggiore attenzione alla categoria, messa alle strette da condizioni di lavoro che ''non ci consentono di fare bene la nostra professione. Non siamo qui - ha concluso Falconi che ha anche presentato un pacchetto di proposte - per allinearci all'antipolitica. Noi vogliamo una buona politica e una buona amministrazione, perché crediamo che il nostro sistema sanitario possa tornare a essere una vera garanzia di tutela della salute. E noi medici siamo in prima linea ''.
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