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Farmindustria: l'abolizione dei ticket aumenta la spesa farmaceutica? Nessuno ne parla.
Venerdì, 10 Novembre 2006





Quando si parla di farmaci certe notizie non fanno notizia. E’ il caso dei dati lanciati da Federfarma sulla spesa farmaceutica convenzionata. Dati che mostrano con chiarezza che la spesa è cresciuta molto di più nelle Regioni (Calabria, Lazio, Puglia e Sicilia) che hanno abolito il ticket o che hanno ampliato le fasce di esenzione. Pochi sanno che il 60% degli sfondamenti - anche quando dipendono da epidemie influenzali, da mancati controlli o, come in questo caso, dall’abolizione del ticket - vengono addebitati per legge all’industria farmaceutica e alla filiera. La crescita della spesa in queste quattro Regioni, dove vive il 28% della popolazione, è stata globalmente superiore al 13%, ossia quasi il doppio rispetto al resto d’Italia (poco più del 7%). Da sole nei primi otto mesi del 2006 hanno quindi determinato la metà dell’incremento nazionale di spesa, pari a 711 milioni di euro. Ci si sarebbe potuto aspettare una riflessione da parte dei decisori pubblici a livello nazionale e regionale. Invece, con prezzi già sotto la media europea del 20%, negli ultimi mesi sono stati decisi altri tagli, che portano la differenza fino al 40% rispetto all’Europa e oneri per il settore pari a più di due miliardi di euro nel solo 2007. Le conseguenze, già denunciate da Farmindustria, sono tutte in due cifre: la perdita di due miliardi di euro di investimenti programmati in tre anni e la richiesta di ammortizzatori sociali per 10.000 addetti, altamente qualificati, nelle aree della Ricerca, della Produzione e dell’Informazione Scientifica. Il contenimento della spesa non dovrebbe essere fatto ricadere sulle aziende che investono, né sulle Regioni virtuose. In definitiva a pagare è il Paese, la sua economia, la sua capacità di essere competitivo in un’area strategica come quella dell’innovazione e della Ricerca. Sarebbe quindi ora di aprire una fase nuova della gestione della spesa pubblica. Una gestione che sappia guardare agli sprechi in tutte le aree della Sanità e responsabilizzare quelle Regioni che fanno dello sfondamento una regola, considerando l’area della salute come prospettiva di sviluppo e frontiera dell’innovazione.
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